Ieri avrei dovuto presentare la mia silloge poetica UN PARADISO PER ICARO alla biblioteca della SMS di Rifredi a Firenze. Un luogo splendido per presentare un libro!
La situazione attuale non permette di portare la poesia nelle piazze e nei luoghi di cultura.
Tuttavia, il potere di diffusione della poesia non viene meno.
Siamo in primavera, la stagione del risveglio del bosco.
La primavera in montagna ha un grandissimo fascino. Nelle prime ore del mattino fa ancora freddo e spesso la nebbia lambisce i crinali. La natura è avvolta nel silenzio pur rimanendo altamente comunicativa.
Se il poeta si pone in ascolto, sentirà ogni creatura vivere, come nel caso dell’incontro con un cervo di cui racconto in questi pochi versi.
NEBBIA AL PASSO MONTANO (MURAGLIONE)
Tra le dita nebbia montana,
il bosco respira fra le sagome incerte
il fruscio delle foglie quasi mi incanta.
Silenzio nell’ombra degli abeti,
un volto nascosto mi scruta
e attende i miei prossimi passi.
Umidi occhi come fili di rugiada
sentinelle d’autunno,
il passo leggero è brezza mattutina
volto del crepuscolo;
attende uno sguardo
che tarda da tempo.
Paura e incertezza sono compagne
nel muto chinarsi del capo.
Oltre le rocce, un cervo in manto regale
si volta e lento scompare;
con un debole bramito
chiama ancora dall’alto
vado oltre, corro
tengo chiuso il cuore
alla voce della natura,
temendo che mi sorprenda
impreparata all’amore;
anche la nebbia svanisce
come in un sogno lontano
ritorno alla strada;
il rombo delle moto al passo montano
irrompe come un fragoroso addio.
E’ tempo di partire,
mentre nella solitudine delle lacrime
sgorga il rimpianto.