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Yearly Archives: 2020
Divag-azione: La cascata del torrente Chiosina
Partendo dalla Villa Reale di Castello, percorriamo un breve tratto del Cammino di san Jacopo che da Firenze arriva a Lucca in 4 comode tappe. Giunti in località Fontemezzina, dopo aver superata la deviazione del sentiero 3, prendiamo una sterrata che passa nelle vicinanze di una bella villa con palme.
In breve, il percorso continua sulla strada asfaltata panoramica oltrepassando la località di Le Catese e il ponte sul torrente Rimaggio.
Sempre in forte salita, tralasciando a destra la deviazione del sentiero 2c, il percorso arriva a La Collina dove superato l’incrocio, proseguiamo a diritto su strada secondaria fino alla chiesa medievale di Santa Maria a Morello del XIII secolo.
Da qui, la strada interrotta al traffico veicolare per una frana, continua in discesa, poi alla prima curva, girare a destra e dopo poche centinaia di metri inizia il sentiero 9 in corrispondenza del ponte sul torrente Chiosina.
Abbandoniamo il sentiero 9 e ci inoltriamo nel bosco lungo il corso del torrente. Subito rimaniamo affascinati dalla bellezza della cascata nascosta tra gli alberi.
Guadato il Chiosina il sentiero zigzaga tra le acque fino ad arrivare ad un punto in cui la traccia si perde tra massi e cascatelle. L’ambiente è di rara bellezza, selvaggio come se fosse molto lontano dai luoghi abitati.
Riprendiamo la via del ritorno e oltrepassato il ponte sul Chiosina continuiamo a scendere seguendo la strada asfaltata che avevamo lasciato dopo la frana di santa Maria a Morello. Bellissimi sono gli scorci panoramici sulle tre punte del Monte Morello e sui boschi alternati a pascoli che punteggiano il pendio.
Passato il Molino Baroncoli, da visitare per le sue caratteristiche sculture lignee in plein air, la discesa porta alla periferia di Settimello fino alla strada trafficata proveniente da Calenzano in prossimità di un grande cementificio.
Qui termina il nostro itinerario.
GALLERIA DI IMMAGINI
Spazio recensioni. LA RESA DELLE OMBRE
Sono ormai trascorsi due anni dalla pubblicazione del mio primo romanzo La resa delle ombre.
Nel tempo, i lettori hanno avuto modo di esprimere la loro opinione sul libro.
Vorrei quindi dedicare questo spazio alle loro parole.
-La prima breve recensione è di Gabriel Wolf, lettore e, a sua volta, scrittore.
Questo libro è molto particolare ed è questo suo essere speciale a renderlo semplicemente bello.
Non è una lettura semplice per via dell’intensità che l’autrice profonde attraverso una metafora narrativa ben condotta nel descrivere i pericoli che si nascondono dietro i traumi infantili e le conseguenze terribili a cui possono portare.
Nonostante la serietà dell’argomento la scrittura scorre fluida e riesce a far immergere il lettore nella vicenda, rendendolo tanto intensamente quanto a tratti dolorosamente partecipe.
Consiglio la lettura a tutti coloro che desiderano affacciarsi sul lato oscuro dell’animo umano senza dimenticare che proprio dove si stendono le tenebre brilla sempre una luce di speranza. GABRIEL WOLF
-La seconda recensione è di Claudia Muscolino, amica e scrittrice.
“La vita cambiò all’improvviso, come quando una folata di fredda tramontana porta via con sé l’ultimo tepore autunnale. Da allora non fui più la donna di prima. Era arrivato l’inverno e con esso tutto quello che ho vissuto sull’incerto confine tra realtà e immaginazione.” Lena, la protagonista del romanzo, racconta la sua storia partendo da queste parole e intraprendendo un viaggio a ritroso nella sua vicenda personale, dove si fondono normalità, speranza verso il futuro, amore per l’arte e molte ombre. Ombre che non sono facili da decifrare: quelle della malattia mentale. Con lei si muovono altri personaggi, in particolare Janis e Adrian: due fratelli che rappresentano l’uno l’alter ego dell’altro e un paesaggio che è, a sua volta, protagonista sicuro e imponente. Un libro affascinante quello di Chiara Rantini che ci lascia sull’orlo di qualcosa che può cambiare. Un finale aperto dove le ombre, forse, potranno trovare il tempo e il modo di arrendersi davvero.
CLAUDIA MUSCOLINO
La stanza della poesia: Ugo Mauthe
Ugo Mauthe, Ora di punta
Ora di punta
ombre fantasmi mille miraggi
anelli corone del mondo
curve paraboliche intasate di sogni
vivere è un’ora di punta
(da “il silenzio non tace”, Edizioni Ensemble)
Ugo Mauthe è un pubblicitario con una lunga storia professionale come copywriter, direttore creativo e docente di comunicazione. Accanto alla scrittura pubblicitaria ha sempre coltivato quella letteraria. Ha pubblicato le poesie di Il silenzio non tace (Edizioni Ensemble 2019), Premio Il Meleto di Guido Gozzano e finalista ai Premi Albero Andronico e Poetika, la silloge poetica Minuziosa sopravvivenza (Il Convivio Editore, 2018) che ha ottenuto diversi riconoscimenti, e il romanzo Qunellis, (Giovane Holden Edizioni, 2018), un racconto nero post apocalittico e post umano. Nel 2017 ha vinto il contest Racconti nella Rete con la fiaba Sem fa cucù, inserita nell’antologia edita da Nottetempo. Sem, un magico semaforino che aiuta bambini e animaletti, è protagonista anche del suo ultimo lavoro, la fiaba Sem strapazza i bullazzi (Tomolo-Edigiò Edizioni, 2020). Suoi racconti, fiabe e poesie sono stati finalisti o premiati in numerosi concorsi letterari. Si considera un privilegiato perché ogni giorno realizza il suo sogno: vivere scrivendo.
La stanza della poesia: Roberto Crinò
Roberto Crinò, La dimenticanza da “Ineffabile mutazione”
La dimenticanza
È la notte
la madre paziente
che lenta posa
la sua mano sul viso
il suo orecchio ad ascoltare
la voce esausta
dei figli che il giorno
ha lasciato tribolare
speranzosi in un sì
atterriti da un no.
E nel silenzio del suo manto
ricamo di ombre e stelle
nel canto di una nenia
riposa la mente gravida
di vertigini e precipizi
tutto è immenso
e s’intinge d’un nero pace
mentre il grembo della nutrice
in origine creatrice
accoglie
benda
cura
con unguenti e balsami
di labile dimenticanza
– dopo aver riletto “Elogio della dimenticanza” di B. Brecht
Roberto Crinò è nato a Palermo, il 3 ottobre 1972. Docente di Lettere al Liceo Classico ”Vittorio Emanuele II” di Palermo, scrive versi, prosa e testi di canzoni. Diversi sono i progetti di musica inedita da lui animati come compositore dei testi e di melodie e come cantante, tra questi Le Anomalie, rock band venata di echi letterari. Si è laureato nel 2000 in lettere moderne con una tesi di laurea su “La questione ebraica in Germania durante l’Illuminismo”, scritta in parte presso l’università di Heidelberg (Germania).
Nel giugno 2018 pubblica, per i tipi della casa editrice romana Ensemble, la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Le coincidenze significative. Canti di Anomalie e Resilienza”. Nell’ottobre 2019 pubblica, sempre con Ensemble, la sua seconda raccolta poetica dal titolo “Ineffabile mutazione”.
Divag-azione nel tempo. I luoghi dell’infanzia: le pendici di Monte Morello
Sono passati molti anni da quando percorrevo ancora bambina i pendii del monte più vicino al mio quartiere. Era faticoso salire sotto il sole in estate ma la promessa di arrivare in un luogo magico (un bosco o le sponde di un torrente) scacciavano ogni lamentela.
Camminare nella natura, lo capisco adesso, è stata una scuola di vita che mi ha insegnato a guadagnarmi i piccoli traguardi con fatica ma anche con il sorriso della speranza.
Tutto il territorio del Monte Morello, questa altura poco più alta di 900m che si trova a nord della città di Firenze, è legato ai ricordi della mia infanzia. Ma tra tutte le escursioni questa è quella che ripercorre i luoghi più noti e più amati.
–Escursione sul Monte Morello
Dalla pieve di san Michele a Castello a Serpiolle
Dalla pieve il percorso segue la strada asfaltata andando oltre il gruppo di case di Poggio Secco e il Nucleo dei Carabinieri Cinofili. Giunti su una curva, in prossimità di una villa, sulla destra si apre una via acciottolata, poi sterrata in salita (Via della Fonte).
La via sbuca su una strada asfaltata in località La Torre. Il percorso continua a salire su strada sterrata che in alcuni punti si restringe e diventa sentiero. Passando vicino a delle case e ai loro orti lussureggianti, dopo aver curvato a sinistra, si raggiunge la località Il Casale dove ha termine la strada asfaltata proveniente dalla Castellina. Curvando a destra, a un trivio di sentieri, il percorso segue il tracciato di estrema destra addentrandosi nel bosco.
Il sentiero sale leggermente tra lecci, farnie e sottobosco mediterraneo passando vicino a un torrente in secca (Fosso Alberaccio). Arrivati a un guado (secco) il sentiero curva a destra salendo leggermente. Siamo in una zona ricca di deviazioni in quanto luogo di esercitazione, con postazioni fisse, di tiro con l’arco. In breve, viene raggiunto il sentiero 5. Occorre prendere la direzione di destra e dirigersi verso il quadrivio dove si incontrano i sentieri 5 e 5b. Seguendo il sentiero 5b in forte discesa, si raggiunge la strada asfaltata di via Malafrasca. Prendiamo la direzione a sinistra arrivando poco prima della chiesa di san Silvestro.
A destra, una strada inizialmente asfaltata e poi sterrata stretta tra muri, conduce tra campi e belle case coloniche (case Ricavo). Prima di una curva, seguire una esile traccia tra campi di olivi fino a raggiungere un torrente nascosto tra la macchia mediterranea. Occorre guadarlo e continuare sul sentiero tra ombrosi lecci e farnie finché non si immette nella strada asfaltata proveniente da Cercina (sentiero 5). Siamo quasi giunti alla meta e la strada scende verso il paese di Serpiolle passando davanti alla chiesa di san Lorenzo.
C’è una splendida vista su Firenze e sulla valle del Terzolle. In breve raggiungiamo il paese di Serpiolle.
GALLERIA DI IMMAGINI
La stanza della poesia: Daniele Ricardo Vaira
Daniele Ricardo Vaira, La carezza è una goccia
Daniele Vaira si è innamorato della poesia, un venerdì, mentre lei guardava da un’altra parte e da allora non ha mai smesso di dichiararsi, regalandole quattro libri autografati. Giornalista professionista e copywriter italo-costaricano, colleziona parole sulla pagina Facebook “Appeso alle parole”. La poesia “La carezza è una goccia” è tratta da “Abbracci Storti” (Ensemble 2019).
La stanza della poesia: Domenico Garofalo
Domenico Garofalo, Angelo vs Demone
Angelo vs Demone
Non cercare parole artefatte
perché tutto è semplice.
Così semplice che la tabellina
del due al confronto è
complessa.
Ti piace nella vita dei tuoi giorni
e nel lavoro che fai
trovare sempre un colpevole
con una sentenza
vicino alla sua distruzione.
Giochi a fare il grande giudice ma
non hai ancora capito un cazzo
di cosa ti puoi trovare davanti ai tuoi occhi,
un mattino all’improvviso.
Tu continui a cercare il demone
dietro il mio volto angelico.
Io continuo a ripeterti di cercare l’angelo
dietro il mio volto da demone.
da Parole sporche 2018
Domenico Garofalo nasce a Torino nel 1959.
Diplomato in elettronica, lavora come Informatore Medico Scientifico per una nota azienda del parafarmaco della provincia di Milano.
Dopo anni passati a gettare nel cestino i suoi scritti, decide nell’autunno del 2012 di conservare tutto. Il cuore e l’anima lo affascinano nelle loro sfumature, e sono presenti in molte sue poesie.
Ottobre 2013 esce la sua prima silloge poetica “ACQUARELLI” edita da Narrativaepoesia di Roma.
Ha pubblicato nel mese di marzo 2015 il secondo libro di poesie, “CAMBIO MATITA” con Alter Ego di Viterbo, presentandolo in prima assoluta davanti a un folto pubblico presso la libreria Belgravia di Torino.
Ha pubblicato con la casa editrice Il Seme Bianco (partner Castelvecchi Editore), nel mese di aprile, 2017 la terza silloge poetica dal titolo “CAFFE’ SCHIUMATO”.
A novembre 2017 è uscito il suo primo romanzo dal titolo “CHIEDI ALLA NEVE” edito dalla DavidandMatthaus.
A novembre 2018 ha pubblicato con Edizioni Ensemble di Roma, la sua quarta silloge poetica, “Parole Sporche”.
Dal 15 febbraio, autopubblicato sulla piattaforma AMAZON in versione EBOOK, una serie di dialomonologhi allo specchio dal titolo: DIO è in mutua: posso aiutarti?
Nel mese di aprile anche la versione cartacea di DIO è in mutua: posso aiutarti? ha visto la luce su AMAZON.
La stanza della poesia: Daniele Cargnino
Daniele Cargnino da “Blu oltremare”
Nato a Torino nel 1987, Daniele Cargnino è videomaker e sceneggiatore di corti, bassista punk e dj per una radio libera torinese. “La sposa nella pioggia” è la sua prima raccolta poetica a cui si è aggiunta nel 2019 “Blu oltremare”.
La stanza della poesia: Giuseppe Settanni
Giuseppe Settanni – Il dipinto senza nome
Il dipinto senza nome
ho pianto una lacrima soltanto
per te e la tua fragilità
in onore di un passato che ha divorato le attese
e il quadro disegnato dalla voce?
l’artista ha rinnegato la sua opera
all’imbrunire di una giornata arida
pesa come un chiodo
l’immagine del vento e della sabbia
che abbracciavano i nostri steli
per bruciarli al caldo
della notte
le grida del tuo tocco soffice e falso
sono un lamento antico
appoggiato alla chiave della memoria
come un torrente silenzioso
si abbandona il mio corpo
Giuseppe Settanni, nato a San Giovanni Rotondo nel 1981, vive a Fano (PU). Laureato in Giurisprudenza, è avvocato e docente universitario. Ha pubblicato il romanzo Nero (Edizioni Palomar, 2010 – Menzione di Merito al Concorso Letterario “Le parole arrivano a noi dal passato” 2019) e la silloge poetica Blu (Edizioni Ensemble, 2019 – Vincitore del Premio Anselmo Filippo Pecci 2019). Con la poesia “Fratture non scomposte” è risultato Vincitore Assoluto al Premio Nazionale di Poesia Inedita Ossi di Seppia, mentre la lirica “Il museo delle mancanze” ha vinto il Premio Ariodante Marianni. La sua poesia “Delirio dell’amore bestiale” ha invece vinto il Premio Roberta Perillo al Concorso “Ciò che Caino non sa”.