Prima di “La resa delle ombre” – Alcuni racconti in formato video
“La resa delle ombre” è stata pubblicata nel maggio del 2018. Precedentemente però mi ero “esercitata” e divertita a scrivere brevi racconti poi apparsi in varie antologie.
Alcuni di questi, limitatamente agli estratti, sono stati narrati in un bel video realizzato dall’amica poetessa emozionale Brigida Liparoti.
I racconti sono:
L’ultima festa del paese, pubblicato nell’antologia Racconti Toscani anno IV, Historica ed., 2017
Figlia della luna edito da Panesi ed. nell’antologia Oltre i Media., 2016
La dama rossa, pubblicato nell’antologia Qualcosa di rosso, Alcheringa ed., 2016
Buona visione!
La nuova antologia di AFFLUENTI (volume secondo)
È disponibile nello store della casa editrice Ensemble, la nuova (seconda) antologia di Affluenti Nuova Poesia Fiorentina.
All’interno, sono contenute due mie poesie : Ebbro di canto e Westerbork
Divag-azione estiva nel verde Mugello: Paterno e Cerreto Maggio
Paterno è un borgo di poche case sovrastato da una ex cava di pietra. Si trova a pochi chilometri da Vaglia e dalla statale che proviene da Firenze.
Da Paterno seguiamo le indicazioni per Cerreto Maggio su strada asfaltata vicino al corso del Borro dei Granchi.
Dopo le prime case, la strada diventa sterrata e ombrosa.
Superato il ponte sul borro, il percorso torna asfaltato e in salita. Dopo alcuni tornanti su cui si affacciano delle splendide ginestre in fiore, appare il profilo del campanile della pieve di Cerreto Maggio.
In prossimità della chiesa, abbandoniamo la strada principale per visitare l’edificio religioso, oggi disgraziatamente, in stato di abbandono.
Facendosi largo tra erbe infestanti è possibile fare il periplo della pieve scoprendo il suo caratteristico impianto romanico. Purtroppo non è visitabile all’interno.
Lasciata la chiesa e il monumento ai Caduti posto in alto davanti all’edificio religioso, proseguiamo sul percorso principale ignorando a sinistra la diramazione per Pescina (sentiero n. 7).
Ora è una soleggiata carrareccia che sale tra radi boschetti e campi coltivati. Il paesaggio è davvero bucolico.
Raggiunte alcune case e salutato uno splendido asinello, il sentiero arriva ad un trivio: a sinistra inizia il sentiero 8 per Volmiano e Legri, ancora più sinistra troviamo il sent. 00 verso Monte Morello, a destra sempre lo 00 che prosegue in direzione del M.te Gennaro e il passo delle Croci di Calenzano.
Per il momento, la nostra escursione termina qui in attesa di essere ripresa in tutte le direzioni.
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Divag-azione: Nella selvaggia valle del torrente Carzola
Il nostro itinerario parte dalla chiesa di Cercina, piccolissimo paese alle pendici di Monte Morello raggiungibile con i mezzi pubblici da Firenze e termina sulla strada statale Faentina poco dopo Vaglia dove sono presenti i bus extraurbani per fare ritorno nel capoluogo toscano.
Da Cercina, sede di una prestigiosa pieve medievale, il percorso sale su strada asfaltata secondaria in direzione del boscoso crinale del Monte Morello seguendo le indicazioni per “Cappella di Ceppeto”.
Dopo la prima ascesa, la strada volta decisamente a destra e sempre in leggera salita, dopo aver lambito alcune case abitate giunge nei pressi di un casale abbandonato da cui, pochi metri più avanti, sulla sinistra inizia il sentiero che in breve tempo, passando tra ginestre in fiore, conduce alla Cappella di Ceppeto, piccolo gioiello architettonico con la facciata a capanna.
Attraversata la strada provinciale, andando in direzione del bar ristorante Consumi, occorre prendere la strada in discesa indicata col segnavia n.6. La via è una sterrata in pessime condizioni che scende molto ripida fino ad una curva dove sulla destra inizia un sentiero abbastanza largo all’inizio che si inoltra nel bosco.
Dopo pochi metri la traccia si restringe e finalmente troviamo i primi segni biancorossi del CAI sui tronchi degli alberi. Dopo aver attraversato il bosco, il sentiero giunge presso alcune case isolate a mezza costa in posizione dominante sulla valle del Carzola.
Qui il sentiero 6 incontra il 68 proveniente dalle Case Starniano. Continuando a seguire il 6, comincia una ripida discesa che in poco tempo porta al guado sul torrente Carzola.
Il corso d’acqua scorre in un ambiente molto suggestivo sotto la fitta copertura di un bosco di frassini, olmi e carpini. Il sentiero 6 segue il torrente discostandosi di poco e guadandolo più volte. Quindi, dopo una leggera risalita dalla valle, si immette sulla strada sterrata che proviene dal paese di Pescina. In breve viene raggiunto il paese di Paterno, costruito sulle rive del torrente Carzola e caratterizzato dalla presenza di una ex-cava di pietra.
Per raggiungere il bivio sulla Faentina da cui transitano i bus provenienti da Vaglia e diretti a Firenze, dobbiamo percorrere un paio di chilometri su strada asfaltata totalmente priva di traffico.
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Divag-azione: La cascata del torrente Chiosina
Partendo dalla Villa Reale di Castello, percorriamo un breve tratto del Cammino di san Jacopo che da Firenze arriva a Lucca in 4 comode tappe. Giunti in località Fontemezzina, dopo aver superata la deviazione del sentiero 3, prendiamo una sterrata che passa nelle vicinanze di una bella villa con palme.
In breve, il percorso continua sulla strada asfaltata panoramica oltrepassando la località di Le Catese e il ponte sul torrente Rimaggio.
Sempre in forte salita, tralasciando a destra la deviazione del sentiero 2c, il percorso arriva a La Collina dove superato l’incrocio, proseguiamo a diritto su strada secondaria fino alla chiesa medievale di Santa Maria a Morello del XIII secolo.
Da qui, la strada interrotta al traffico veicolare per una frana, continua in discesa, poi alla prima curva, girare a destra e dopo poche centinaia di metri inizia il sentiero 9 in corrispondenza del ponte sul torrente Chiosina.
Abbandoniamo il sentiero 9 e ci inoltriamo nel bosco lungo il corso del torrente. Subito rimaniamo affascinati dalla bellezza della cascata nascosta tra gli alberi.
Guadato il Chiosina il sentiero zigzaga tra le acque fino ad arrivare ad un punto in cui la traccia si perde tra massi e cascatelle. L’ambiente è di rara bellezza, selvaggio come se fosse molto lontano dai luoghi abitati.
Riprendiamo la via del ritorno e oltrepassato il ponte sul Chiosina continuiamo a scendere seguendo la strada asfaltata che avevamo lasciato dopo la frana di santa Maria a Morello. Bellissimi sono gli scorci panoramici sulle tre punte del Monte Morello e sui boschi alternati a pascoli che punteggiano il pendio.
Passato il Molino Baroncoli, da visitare per le sue caratteristiche sculture lignee in plein air, la discesa porta alla periferia di Settimello fino alla strada trafficata proveniente da Calenzano in prossimità di un grande cementificio.
Qui termina il nostro itinerario.
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Spazio recensioni. LA RESA DELLE OMBRE
Sono ormai trascorsi due anni dalla pubblicazione del mio primo romanzo La resa delle ombre.
Nel tempo, i lettori hanno avuto modo di esprimere la loro opinione sul libro.
Vorrei quindi dedicare questo spazio alle loro parole.
-La prima breve recensione è di Gabriel Wolf, lettore e, a sua volta, scrittore.
Questo libro è molto particolare ed è questo suo essere speciale a renderlo semplicemente bello.
Non è una lettura semplice per via dell’intensità che l’autrice profonde attraverso una metafora narrativa ben condotta nel descrivere i pericoli che si nascondono dietro i traumi infantili e le conseguenze terribili a cui possono portare.
Nonostante la serietà dell’argomento la scrittura scorre fluida e riesce a far immergere il lettore nella vicenda, rendendolo tanto intensamente quanto a tratti dolorosamente partecipe.
Consiglio la lettura a tutti coloro che desiderano affacciarsi sul lato oscuro dell’animo umano senza dimenticare che proprio dove si stendono le tenebre brilla sempre una luce di speranza. GABRIEL WOLF
-La seconda recensione è di Claudia Muscolino, amica e scrittrice.
“La vita cambiò all’improvviso, come quando una folata di fredda tramontana porta via con sé l’ultimo tepore autunnale. Da allora non fui più la donna di prima. Era arrivato l’inverno e con esso tutto quello che ho vissuto sull’incerto confine tra realtà e immaginazione.” Lena, la protagonista del romanzo, racconta la sua storia partendo da queste parole e intraprendendo un viaggio a ritroso nella sua vicenda personale, dove si fondono normalità, speranza verso il futuro, amore per l’arte e molte ombre. Ombre che non sono facili da decifrare: quelle della malattia mentale. Con lei si muovono altri personaggi, in particolare Janis e Adrian: due fratelli che rappresentano l’uno l’alter ego dell’altro e un paesaggio che è, a sua volta, protagonista sicuro e imponente. Un libro affascinante quello di Chiara Rantini che ci lascia sull’orlo di qualcosa che può cambiare. Un finale aperto dove le ombre, forse, potranno trovare il tempo e il modo di arrendersi davvero.
CLAUDIA MUSCOLINO
La stanza della poesia: Ugo Mauthe
Ugo Mauthe, Ora di punta
Ora di punta
ombre fantasmi mille miraggi
anelli corone del mondo
curve paraboliche intasate di sogni
vivere è un’ora di punta
(da “il silenzio non tace”, Edizioni Ensemble)
Ugo Mauthe è un pubblicitario con una lunga storia professionale come copywriter, direttore creativo e docente di comunicazione. Accanto alla scrittura pubblicitaria ha sempre coltivato quella letteraria. Ha pubblicato le poesie di Il silenzio non tace (Edizioni Ensemble 2019), Premio Il Meleto di Guido Gozzano e finalista ai Premi Albero Andronico e Poetika, la silloge poetica Minuziosa sopravvivenza (Il Convivio Editore, 2018) che ha ottenuto diversi riconoscimenti, e il romanzo Qunellis, (Giovane Holden Edizioni, 2018), un racconto nero post apocalittico e post umano. Nel 2017 ha vinto il contest Racconti nella Rete con la fiaba Sem fa cucù, inserita nell’antologia edita da Nottetempo. Sem, un magico semaforino che aiuta bambini e animaletti, è protagonista anche del suo ultimo lavoro, la fiaba Sem strapazza i bullazzi (Tomolo-Edigiò Edizioni, 2020). Suoi racconti, fiabe e poesie sono stati finalisti o premiati in numerosi concorsi letterari. Si considera un privilegiato perché ogni giorno realizza il suo sogno: vivere scrivendo.